Novità d’autunno!

Ogni stagione porta con sè delle novità. Finalmente alcuni progetti prendono forma e vedono la luce e questo post di “cambio casa” è uno di questi.

Cosi dopo mesi di intense riflessioni, abbiamo trovato uno spazio più vicino a quello che si sentiamo di essere, più adatto a noi, e a quello che stiamo diventando.

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A volte si sente la necessità di cambiare, ma da soli è impossibile. Dietro ad ogni piccolo e grande successo c’è sempre un gruppo di persone più che amiche, che capaci di supportare e consigliare verso i nuovi cambiamenti.

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Un grazie speciale va a loro, per la pazienza e lo spirito di sopportazione che hanno. Per tutti i messaggi, le chat e le telefonate via skype che ne sono seguite e che mi e ci hanno portato fin qui!

Con un nuovo logo e nuovo indirizzo, ci vediamo da domani qui

www.tangibiliemozioni.it

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Barbara

Novità d’autunno. Travel&Swap, vola in Portogallo.

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Finalmente ci siamo. Oggi è tempo di novità, non una ma bensi due. Cominciamo con la prima.

Un anno fa si concludeva la nostra prima avventura, la nostra follia che avevamo così chiamato in tono amichevole: Travel & swap. Viaggiare con stile barattando – con l’obiettivo di scoprire, all’epoca la Malesia e Singapore attraverso il baratto.

Ancora ricordo l’attesa di una risposta, l’emozione del primo si da parte di chi ci avrebbe ospitato e la timidezza del primo swap. Ricordo, ancora prima di rientrare in Italia,  quando capimmo che questa pazza idea avrebbe cambiando il nostro modo di viaggiare, e forse non solo nostro.

Così nell’attesa dell’imbarco di rientro, eravamo già pronti a pensare ad una nuova meta. Ed eccoci, qui ad un anno da quel rientro ad annunciarvi la 3° edizione di Travel & Swap. Viaggiare con stile barattando.

Dopo #malesiaswap e #osloswap, questa è la volta di #portogalloswap

Attendendo l’autunno inoltrato, prepariamo gli ultimi dettagli per partire alla volta della regione dell’Alentejo.

fb header t&SA brevissimo vi racconterò dei luoghi, gli incontri e le iniziative che ci vedranno protagonisti durante questa iniziativa. Non mancheranno le novità. Vi anticipo solo che ancora una volta il wow factor è garantito!

La seconda notizia è una di quelle che è difficile da crederci, ossia che il progetto, sarà ospitato e presentato durante il TTG – Salone internazionale dell’Ospitalità a Rimini dal 9 all’ 11 Ottobre all’interno dell’area del TBDI – ossia Travel Blogger Destination Italy. Tra grandi nomi di blogger e blog conosciutissimi, ci siamo anche noi. Molto più piccoli, ma forse capaci di dire la nostra. Questa è emozione pura!

Ma cos’è un viaggio senza una condivisione diretta? Niente paura.

SAVE THE DATE, per il 12 NOVEMBRE ore 18.00

Al nostro ritorno, come la scorsa volta ci vedremo da Open. More than books. Le vulcaniche menti di questo spazio non convenzionale, ma molto chic, hanno riconfermato la partnership all’iniziativa supportandoci con incredibile entusiasmo ed energia!T&S_logoClaim

Il conto alla rovescia sta per avere inizio, e noi come sempre per far accadere il bello e il nuovo abbiamo bisogno anche di voi, allora… #soulsharing

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Barbara

p.s. Un grazie ad Alessandra Camelio e al prof. Roberto Comneno D’Otranto, per aver scelto e ritenuto vincente il progetto Travel&Swap. Viaggiare con stile barattando, e facendolo diventare il case history della tesi “L’evoluzione della comunicazione nelle strategie di marketing: la nuova frontiera di blog, recensioni e sharing – Università degli studi di Milano – Bicocca.

Alessandra è oggi un brillante dottore in Marketing, Comunicazione aziendale e Mercati Globali.

Made in Vicenza – territorio & Aggrappamenti

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Con l’arrivo della fine di Settembre e quindi dell’autunno, ritorna quella voglia di organizzare delle gite o anche dei fine settimana fuori porta, alla scoperta delle bellezze del nostro territorio, unendo alla visita dei luoghi anche delle esperienze.

Molte le manifestazioni tra le quali scegliere, in particolare quelle legate al settore eno-gastronomico.

Pensando a questo, ho scoperto in rete unCover Distillerie Aperte‘iniziativa promossa da Made in Vicenza che merita di essere segnalata per tempo, affinchè si possa organizzare una piccola travel experience.

L’idea lanciata si chiama “Aggrappamenti” e si inserisce all’interno della manifestazione “Distillerie Aperte” che si svolgerà dal 28 Settembre al 5 Ottobre. Durante queste giornate le distillerie vicentine apriranno, per l’occasione le porte al pubblico con visite guidate alla scoperta dei segreti della distillazione, percorsi degustativi con la grappa e altri prodotti tipici del territorio.

Aggrappamenti perchè non si intende solo far conoscere e degustare, ma viene data la possibilità di effettuare veri e propri percorsi degustativi che vedranno la grappa protagonista di sorprendenti e gustosi abbinamenti con gelato, biscotti e cioccolato, ma anche con formaggio e frutta, alla presenza di esperto “grappaiolo” che saprà spiegare le ragioni dell’abbinamento proposto e aiuterà i visitatori a comprendere meglio questa particolare esperienza sensoriale.

Distillerie Profilo

Conoscere la storia di questo prodotto sarà come fare un viaggio alla scoperta delle antiche tradizioni. Un sapere antico che si tramanda di generazione in generazione, con un processo di produzione che meno di altri ha risentito della modernizzazione.

Perché in un bicchierino di grappa c’è tutto un mondo da scoprire: passione che porta alla sperimentazione continua di nuove varietà, ma anche il ricordo che si fa storia pensando alle tradizioni contadine del passato; e ancora, l’orgoglio per una produzione di eccellenza così fortemente radicata nel territorio ma oggi apprezzata in tutto il mondo.
Un microcosmo tutto da scoprire in occasione di “Distillerie Aperte”, la manifestazione giunta quest’anno alla 18ª edizione, organizzata da Made in Vicenza per promuovere non solo i distillati della provincia vicentina – una delle zone più famose in Italia e nel mondo per questa produzione – ma anche la storia e la cultura collegate a questo affascinante mondo.

E se ora incuriositi dall’originale iniziativa, vi chiederete quali sono le distillerie aperte, prontamente ve le segnalo, e magari ci si vede in una di queste.

F.lli Brunello di Montegalda, qui è possibile anche prenotare una notte all’interno dell’agriturismo.

Li.dia di Villaga, Poli di Schiavon all’interno di questa azienda, che non ha bisogno di presentazioni, troverete anche il museo dedicato alla Grappa e Schiavo di Costabissara qui oltre a trovare un museo a tema, sul sito potrete scoprire e incuriosirvi nel cercare una ricetta alla grappa che più vi stuzzica il palato. L’orario di apertura al pubblico è dalle 10 alle 18 la domenica e dalle 14 alle 18 – su appuntamento – dal lunedì al sabato.

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Siete pronti allora a segnare anche voi queste date in agenda per conoscere le storie, le curiosità e i segreti di distillazione tramandati di generazione in generazione, raccontati dagli stessi maestri grappaioli in un singolare percorso tra alambicchi e caldaiette?

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Barbara

United colors of Torino – weekendswap #2

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Era impossibile raccontare l’esperienza torinese del primo weekendswap in un solo post, ed ecco giungere la seconda parte.  – Qui la prima

Torino prima capitale d’Italia ti accoglie nel proprio centro storico, come nel salotto buono, come si usava anni fa quando ogni area della casa assolveva ad una precisa e singola funzione. L’eleganza architettonica incanta lo sguardo del visitatore, dando un riassunto di un susseguirsi di stili dal barocco al liberty fino al contemporaneo, con un’ala di Porta Palazzo firmata dall’archistar Massimiliano Fuksas.

Le tappe di weekendswap!

Le tappe di weekendswap!

La fusione e l’armonia sono sensazioni che si percepiscono molto bene quando passeggiando nel centro, lo sguardo si perde nell’ammirazione dei vali stili architettonici. Dagli sfarzi del barocco, passando attraverso facciate e gallerie in stile neoclassico fino ad arrivare agli eleganti palazzi dell’art nouveau: tutto, partendo da qui, sembra un equilibrio di stili e multiculturalità.

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Vista dal Turin Eye

Per vivere questo sentire non solo attraverso la storia, ma in chiave contemporanea basterà passeggiare nei quartieri di San Salvario, o di Porta Palazzo.

In quest’area si trova uno dei mercati più grandi d’Europa, suddiviso non solo per categorie merceologiche ma anche per varie etnie. Passeggiando in questo luogo, si legge una trasformazione della città, della sua storia attraverso il cibo delle varie culture. Da quelle del sud Italia giunte con gli sviluppi nel dopoguerra, fino a quelle extracomunitarie della storia più recente.

Porta Palazzo, così come Piazza dei Mestieri, sono storie e realtà di inclusione, non di esclusione, ed un viaggio capace di farti riflettere e conoscere, spesso parte a due passi da noi. Qui il mercato di Porta Palazzo crocevia di profumi, di abitudini e di look che identificano al primo sguardo la propria origine, incontriamo Essedya una giovane guida marocchina. Lei fa parte del progetto Torino Migranda, ideato, sviluppato e promosso da Viaggi Solidali.DSC_0090

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L’idea che sta alla base di questa iniziativa è ancora una volta l’inclusione. Niente buonismo, ma studio e preparazione, quindi ancora una volta la parola d’ordine ritorna: formazione. Così migranti di prima e seconda generazione, hanno scelto di ritornare sui banchi frequentando un corso, diventando delle guide. Partiamo così con la sorridente e solare Essedya dalla Galleria Umberto I, stupendo il visitatore raccontando che questo in realtà fu la sede del primo ospedale di Torino. All’interno a testimonianza, un’antichissima farmacia che si fa compagnia commerciale, con lo specchio dei tempi moderni. Tra i più singolari si trova il primo negozio di artigianato cinese del primo abitante cinese a Torino e uno di treccine senegalesi.

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DSC_0119La scoperta continua ammirando  Piazza della Repubblica, sede del mercato, sia nella sua forma ottagonale, che nel brulicare di persone, che nell’esposizione delle varie mercanzie. Una passeggiata non solo tra i banchi, dove si ha modo di vedere la frutta e la verdura fresca coltivata a km 0 e destinata alle cucine delle varie culture: da quella cinese con melanzane e cetrioli a noi sconosciuti, passando per quella araba con tantissima menta, fino ad approdare a quella locale, dove contadini piemontesi fanno bella mostra di sè con le loro delizie di stagione.

Grazie alle competenze e delle origini di Essedya, è possibile scoprire un po’ di più della cultura araba, così passeggiando nel mercato coperto del pesce ci traduce le insegne e gli inviti commerciali agli acquisti dei suoi connazionali.

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DSC_0109Un salto nella macelleria halal per comprendere non solo il significato di questo tipo di macellazione per i musulmani, ma anche di galateo a tavola. Nella cultura araba si mangia tutti da uno stesso piatto tondo e attingendo il cibo più prossimo a se stessi. Tutto è circolare, anche i tavoli. Questo perchè ciò dà vita ad un’eguaglianza e un’equidistanza. Non c’è un capotavola. Ma un pranzo non si conclude senza un dolcino, così andiamo nella pasticceria araba per un ghoriba – un dolcetto di farina e pasta di mandorle.

Un’esperienza con le guide Migranda davvero singolare, che aiutano a comprendere difficoltà e culture di un popolo da nuovi punti di vista. Ma la Torino dell’integrazione e della multiculturalità non finisce qui.

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Da Porta Palazzo  bastano due passi verso  Via  Borgo Dora, per scoprire dopo il food, l’home decor. Questo quartiere è il Balon dove antiquari e rigattieri ogni sabato mattina mettono in strada, fuori dai loro negozi abituali, la loro mercanzia.

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E’ una tale confusione di cose e d’avanzi di cose da far impazzire il disgraziato che ne dovesse far l’inventario –  così Edmondo de Amicis, defìnì questo luogo. Di certo questa via pedonale è un luogo d’incanto per gli occhi e le menti creative. Poltrone, vecchie valige, tavoli sono pronti per essere acquistati e a prendere nuova vita magari in case contemporanee o attività commerciali originali, capaci di dar vita ad un mix di stili tra antico e moderno.

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DSC_0134Ma come avere un’idea di insieme della città? Qui è tutto molto semplice. Basta continuare in via Borgo Dora ed esser pronti a salire 150 mt sopra al cielo. Da qui uno dei più grandi aerostati del mondo è pronto a farvi “volare” in tutta sicurezza, per ammirare un paesaggio mozzafiato. Guardare la città dall’alto ha un fascino indescrivibile. Dal basso verso l’alto ci si muove a 2 km all’ora, pertanto non si avverte nessuno sbalzo, la temperatura è solo 1 gradi in meno rispetto a terra e il vento soffia leggero. Gli occhi si incantano e scrutano curiosi fin dove le condizioni atmosferiche lo permettono. La vibrante città è ai nostri piedi, ma dopo 15 minuti è tempo di scendere. Un’idea visionaria e rivoluzionaria, resa possibile seguendo un sogno, quello di Turin Eye

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Questa città capace di dar spazio a visioni non convenzionali, ospita infatti il Miagola Cafè. Qui in pieno centro Andrea e la banda dei 6 gatti vi aspettano per scoprire un posto unico fatto di cuore, passione e condivisione. Miagola significa Comunicare mi dice Andrea, la titolare di questo posto, e qui le persone stanno imparando a raccontarsi e a conoscersi tra loro. Il gatto è un interesse che unisce. Qui ci si trova per un caffè, per un muffin o per un brunch. La musica classica fa da sottofondo, mentre Sissi scruta dall’alto dei cassetti trasformati in mensole l’andazzo in sala, mentre Mia dal puff del pianoforte a muro, apre svogliatamente un occhio per sorvegliare il corretto via vai dei clienti-amici. Il tempo diventa dilatato, quasi si ferma e così se vi vien voglia di mandare un messaggio per questi gatti, niente paura, c’è una cassetta delle lettere con 6 scomparti tanti quanti sono i gatti!DSC_0148

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I sorrisi non mancano, e la mente si distende mentre Mia si distende su una bella poltrona. Ti piace? – mi chiede Andrea, – L’ho comprata al Balon e poi restaurata. Ecco che ancora una volta quella Torino, quella città della circolarità dell’integrazione tra stili e culture ritorna.

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Se in tutta questa peregrinazione e scoperta, vi è venuta fame, rimanendo in tema di fusione, integrazione e storia, mettete in nota La Locanda del Sorriso dove Filippo vi guiderà in un menù alla carta perfetto per comprendere e conoscere sia la cucina calabrese che quella piemontese. Tutto questo nel quartiere di San Salvario.

Non bisogna poi andare così lontano per vivere quello che cerchiamo in un viaggio. Se si cerca con occhi curiosi, il viaggio è sempre dietro l’angolo, con weekendswap e Torino ve lo abbiamo raccontato.

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Barbara

Torino ospita il primo weekendswap

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Settembre è iniziato. Per molti segna l’inizio di un nuovo corso: tempo di nuove idee e nuovi progetti.

E questo spazio sempre in pieno fermento, non poteva essere da meno. Nasce così sulla scia e sul successo del fratello maggiore Travel & Swap. Viaggiare con stile barattando, la versione smart: Weekendswap!

Da cosa è nata questa declinazione? Semplicemente dall’ascolto. Ho ricevuto numerosi messaggi, spunti e fatto grandi chiacchierate con molti di voi. In tanti tanti mi avete detto… ma in Italia, nessun progetto? L’impresa non è stata semplice, ma il ghiaccio è stato rotto e la prima città che ha creduto in Weekendswap è stata Torino. 

Le tappe di weekendswap!

Le tappe di weekendswap!

Ma cosa è stata quest’esperienza per noi? Alcuni concetti sono emersi con forza, sempre grazie all’incontro con le molte persone che ci hanno accompagnato e raccontato attraverso le loro parole questa città, delineando il nuovo volto del capoluogo piemontese. Quali sono state? Formazione, Innovazione, Condivisione e Comunicazione.

Torino è una città che dal 2006 dopo le Olimpiadi Invernali ha messo in atto un grande cambiamento di riconversione dell’economia territoriale, passando da città con una forte connotazione operaia a quella turistica.  Questa è ormai una strada ben avviata che sta andando consolidandosi. Vibrante e vivace, dall’alba a notte fonda con tanta voglia di sperimentare e raccontarsi, creare eccellenze ed essere solidale. Quartieri riqualificati, sorrisi e disponibilità, molto da vedere e tanto da imparare.DSC_0068 DSC_0070 DSC_0074 DSC_0076

San Salvario è uno degli esempi di questo cambiamento, essendo passata in pochi anni da zona non propriamente consigliata a trendy. Locali dagli arredi e dalle proposte originali animano questo quartiere, dove tra l’altro si trova l‘Hotel Piemontese, base di weekendswap. Questa struttura e il suo hotel manager Ezio, ha saputo stupirmi e sorprendermi per i numerosi dettagli e coccole di stile riservate ai propri ospiti.DSC_0066DSC_0007 DSC_0008

Si parte dall’ingresso, dove, dopo un veloce check in, viene rilasciata una card che permette di parcheggiare gratuitamente la macchina in un parcheggio coperto a due passi dalla struttura. Nell’intimo giardino coperto c’è una piccola merenda che dà il benvenuto a tutti gli ospiti, un luogo dove ricaricarsi prima di partire per la scoperta della città. Ma le sorprese non finiscono qui. La direzione ha pensato a tutto, creando delle camere ad hoc alcune dedicate alle donne- con phon più performanti, creme per il corpo e dettagli tutti al femminile, e altre per le famiglie con spazi ampi e molti giochi che vengono messi a disposizione per bambini e ragazzi. E, se a questo punto volete cimentarvi in qualche degustazione dei prodotti territoriali, a voi la scelta tra un caffè o un gelato in uno dei posti che hanno dato lustro a questa città.DSC_0014

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Nell’indecisione, si assaggiano tutti!

Noi abbiamo scelto la seconda opzione, e siamo andati a scoprire il mondo dei gelati Pepino, all’interno dell’omonima gelateria in piazza Carignano. L’azienda nata nel 1884, nel 1939 inventa e brevetta il famoso “Pinguino®“, primo gelato al mondo su stecco ricoperto di cioccolato (brevetto N. 58033), prodotto in 5 gusti. Edoardo Cavagnino giovane imprenditore, oggi alla guida di questa importante azienda ci porta alla scoperta di 6 gusti di uno straordinario gelato. Si rimane incantati tra la morbidezza e il gusto delle creme, ineguagliabile pistacchio e il fiordilatte al miele Thun. Cosa dire poi della nocciola e stracciamenta? Uniche. Come un perfetto spettacolo il sole tramonta sulla piazza, illuminando il fronte del Palazzo Carignano stupendo visitatori e non mentre le papille gustative ringraziano di questa indimenticabile esperienza.DSC_0019

Chiacchierando qui e là, si scopre che la città non ha dato i natali solo al Pinguino, al Bicerin, al Tramezzino ma anche alla produzione birraria. Per capire qualcosa in più la destinazione è Piazza dei Mestieri. Qui l’omonima fondazione partendo da una riqualificazione di una ex conceria, ha dato vita ad una scuola professionale basata non solo sulla teoria, ma anche sulla messa in pratica sul campo delle conoscenze. Nascono così i settori di produzione birraria, del cioccolato e di tipografia, volti a recuperare gli antichi mestieri della città.DSC_0025 DSC_0035birrificio DSC_0043

Tutto questo proprio nel Borgo San Donato, dove si trova “La Piazza”, perchè qui avevano la sede i due più antichi birrifici torinesi, la Bosio & Caratsch, primo birrificio nato in Italia, e la Metzger.  Essi sfruttavano il “canale Torino” per l’acqua purissima, leggera e dolce, poco soggetta agli sbalzi di temperatura come richiesto per produrre un’ottima birra.
 In questi spazi 500 ragazzi italiani e stranieri, attraverso un progetto di formazione non convenzionale, ma capace di guardare le vere necessità sociali, trovano spazio e saperi per costruirsi una strada migliore. Gli spazi della birreria al piano terra e del ristorante al primo piano, sono aperti al pubblico e all’interno è possibile degustare degli ottimi piatti creati dallo chef Maurizio Camilli per la parte ristorante.menu la piazza menu la piazza1

Una cucina semplice e ricercata, capace di stupire e far sorridere, ma rimanendo ben ancorata ai veri sapori. Frutta e verdura di stagione valorizzate nella poca manipolazione e nella semplicità di cottura. Ma come accompagnare queste pietanze? Con una selezione delle loro birre, of course!

L’esperienza non finisce qui. In arrivo la seconda parte per raccontarvi di Miagola Caffè, Tour Migranda, il quartiere Balon, Turin Eye e della Locanda del Sorriso. C’è ancora molto da dire, da condividere e molte foto da farvi vedere.

Pensate ancora a Torino come la città grigia? Io non più, anzi non vedo l’ora di ritornare per scoprire il resto!

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Barbara

 

 

Feriae Feriarum da Homo Luppolo

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Le vacanze per molti sono finite.

Tra mete esotiche e posti nostrani, Agosto è stato il mese dello “stacco la spina“.

Per me questo mese è dedicato alle persone care, gironzolando qui e là per l’Italia per andare a trovare parenti e amici e scoprendo piccoli borghi sconosciuti ai più. E’ un mese dove decido di parlar poco, ma semplicemente per ricaricarmi. Non mi si chieda però di starmene con le mani in mano e il cervello fermo!

Da questo perenne movimento è nato questo post! Destinazione dell’estate: Ciociaria e dintorni. Molto probabilmente la prima associazione che vi viene in mente legata a  questo nome sarà il film La Ciociara. Pellicola del 1960 e diretta dal regista Vittorio de Sica, anche lui nato in quest’area. Per la precisione a Sora.

Nonostante illustri nomi come Marcello Mastroianni, Nino Manfredi ,Gina Lollobrigida, Umberto Mastroianni che hanno i natali in questi luoghi, in realtà quest’area non è molto nota al turismo e forse, diciamolo, è anche poco raccontata e conosciuta.

Ma qui sta la curiosità del viaggiatore, che cerca al di là di quello che i più mettono sotto i riflettori, spunti ed idee per calmare lo spirito curioso di sapere.

Nel cercare così posti e luoghi da raccontare, mi sono imbattuta in Homo Luppolo un birrificio artigianale nel cuore della ciociaria, che dopo alcuni anni di sperimentazione casalinga e accademici studi, da quattro mesi a questa parte ha visto l’apertura ufficiale al grande pubblico. Mi sono appassionata alla storia di Sara, Giacomo e Gianluca dal primo momento in cui mi sono imbattuta nel loro sito, mentre ero alla ricerca di storie, persone e luoghi da raccontare su questo territorio.IMG_1429

In una delle poche calde giornate d’Agosto, arriviamo a Sgurgola uno dei 91 paesi che compongono il territorio ciociaro, appartenenti alla provincia di Frosinone.

L’accoglienza dei tre mastri birrai è fresca e spumeggiante, in linea con la loro birra e io voglio sapere tutto della loro storia.

Sara, l’umanista del gruppo non a caso è laureata in lettere ed è l’ideatrice anche del nome dell’azienda, mi introduce alla loro storia quando i tre ragazzi amici da sempre e accomunati dalla partecipazione attiva verso temi di difesa ambientale, dalla passione per la birra e da grandi sogni, decisero tre anni fa di cominciare a fare le prime sperimentazioni da birrai.

Un garage di casa “espropriato” al padre di uno dei tre per necessità didattiche, notti insonni a far la cotta e giorni di attesa tra malti e luppoli in fermento e qualche bottiglia esplosa è il quadretto che mi raccontano sorridendo, quando tre anni fa è iniziata quest’avventura. Ma i tre non erano e non sono tipi da arrendersi. Anzi si organizzano e si formano, diventando bier somelier e affinano la tecnica.IMG_1424 IMG_1423

Passano così da homebrewers a mastri birrai, ça va san dire! Pochi i momenti di vacanza, e quando ci sono partono alla ricerca di birrerie più o meno famose, di quelle che amano o dalle quali comunque sono incuriositi. Passano i giorni e il sogno diventa necessità di mettersi in gioco. Così appena 4 mesi fa Homo Luppolo, crea il proprio birrificio artigianale ed ecofriendly a Sgurgola. Interessante tra gli altri il loro prossimo obiettivo: produzione ad energia pulita!

Il gruppo è affiatato, determinante per il successo di una squadra e così mentre Sara scrive i comunicati stampa e i testi per il sito, Gianluca e Giacomo ricoprono i panni degli “ingegneri” sviluppando tecnicamente il sito e ottimizzando i processi di produzione nel birrificio.IMG_1426

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Una pianta di luppolo

Insieme sviluppano relazioni con altre eccellenze locali, dando vita a delle belle sinergie per la comunità territoriale. Il perchè della scelta di questo paese? E’ presto detto. Le acque che scorgano qui sono state reputate perfette per ottenere la birra che Sara, Giacomo e Gianluca avevano in mente. Unendo a l’acqua, che è uno dei quattro ingredienti determinanti e basilari per una buona birra, orzi selezionati e con diversi gradi di tostatura, luppolo, lievito e ingredienti naturali segreti si ottengono le quattro birre che stanno conquistando gli appassionati e non solo.

Una passeggiata all’interno del birrificio, per vedere dal vivo dove tutto nasce dopo giorni di cotte e attesa. Dove meticolosità, cura e competenza si fondono con piccoli segreti di miscelazione affinati nel tempo.

Le birre Chiara di Luna, Let it be, Notre Dame e Dreizehn – attendono a questo punto di essere degustate, magari proprio con una cena tra pizza e amici dove raccontare le avventure estive tra sogni e progetti autunnali.

Con l’augurio di incontrare i nostri giovani birrai in qualche prossima manifestazione dedicata al buon cibo e alle belle storie, di eccellenza e passione chiudiamo le valigie per dar vita al primo #weekendswap, direzione Torino per vivere da vicino, non a caso l’Open Baladin Fest ed incontrare e conoscere tra shocooking ed interviste lo chef – giornalista Kumalè e la chef Caroline Noel

Letture digitali d’estate, e non solo

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In questo Agosto che scorre lento, tra voglia di rallentare un po’ il ritmo dedicandosi a qualche idea craft o letture slow, ho scaricato a qualche giorno dalla sua uscita il nuovo ebook di Giovanna Malfiori.  Per chi non la conoscesse lei, ossia Giovy famosissima travel blogger e animale sociale come poche è la mente e il cuore del blog Emotion Recollected in Tranquillity e non solo!
 
Lei gira il mondo, viaggia, racconta luoghi e persone da un punto di vista non convenzionale ed è per questo che mi piace. Ma soprattutto Giovy è una persona con un grande cuore. L’incontro in rete me lo aveva fatto sospettare, un’occasione favorevole e una pizza non prevista a Milano me ne ha dato conferma e la lettura di questo ebook  – Sono nata da un super eroe – mi dà la certezza totale.
 
Un’intervista, quattro chiacchiere tra amiche davanti ad una bibita fresca e da li nasce quest’intervista per raccontarvi di lei e del suo nuovo progetto.
 
 
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Tre righe per farti conoscere
Solo tre righe?
Io sono la Giovy, ho 36 anni e mi piace da matti viaggiare e adoro scrivere.
Ho cominciato a tenere i miei diari di viaggio a 6 anni. Tutto ciò che ho scritto è dentro ad un baule in camera mia.
Dal 2011 sono passata alla versione digitale del diario di viaggio: il blog. Il mio spazio sul web si chiama Emotion Recollected in Tranquillity e, per questo titolo, ho preso ispirazione da una frase di un grande uomo: William Wordsworth.
Sono molto affezionata alla cara vecchia Europa e mi piace spostarmi, per i miei viaggi, con i mezzi pubblici, soprattutto sulle Isole Britanniche, che sono il mio vero paradiso in terra. Adoro la storia contemporanea e cerco di mettere qualche percorso storico in ogni mio viaggio.
Come nasce e perchè questo e-book?
L’ebook nasce dal fatto che sentivo qualcosa dentro di me... una sorta di spinta nel voler modulare e dare nuova forma al difficile dolore di aver perso un genitore. Lo so, è la natura che vuole che i figli sopravvivano ai genitori ma è sempre dura vedere uno di loro spegnersi. Anche se hai 34 anni, come quando è successo a me.
Mi sono accorta che mia madre mi mancava molto e che più di tutto mi mancava il suo essere un po’ diversa come mamma: molto risoluta, poco portata alla protezione diretta, tanto incline a considerarmi adulta anche quando avevo 6 anni.
 
Cosa ti aspetti da questo tuo scritto?

Direi che mi piacerebbe davvero che molta gente leggesse questa storia e sorridesse con me, sdrammatizzando come ho fatto io sull’idea della morte come rottura di un legame e mettendo molta ironia su come si è stati cresciuti e educati.
Vorrei, inoltre, che il racconto venisse letto da chi conosceva mia madre e mi piacerebbe avere le loro impressioni, i loro ricordo di una donna che, infondo, nella mia Valdagno era conosciuta proprio da tutti.

Come è stato scavare e mettere a nudo i propri ricordi e le proprie fragilità?
E’ stata dura ma, allo stesso tempo, anche molto bello ed edificante. Forse cartartico.
Dovevo trovare un modo per affrontare il dolore perché l’avevo parcheggiato sul fondo del mio cuore e sentivo che quella cosa non andava bene.
Mentre scrivevo, ogni tanto, mi mettevo a ridere da sola e, altre volte, scoppiavo in lacrime perché il ricordo era troppo forte e la nostalgia pure.
Io non mi ero mai resa conto della forza del rapporto madre-figlia tra me e la Bruna. Siamo sempre state molto uguali e per questo ci siamo scontrate all’infinito ma dentro le nostre scintille c’era davvero tanto amore.
E’ bello arrivare a 36 anni e scoprire che, dentro di te, c’è molto di più di tua madre di quello che avevi mai pensato.
 

Come mai un ebook sulla tua vita privata e non uno sui viaggi?

Perché volevo fissare con parole il ricordo di mia madre. Una mamma non si scorda mai ma io vorrei ritrovarmi tra molti, moltissimi anni, a rileggere tutto e sorridere di nuovo come il giorno in cui ho iniziato a scrivere. Volevo anche mettere mia madre dentro le parole e renderla così eterna, così come il nostro rapporto che non si spezzerà mai.

Lo diceva Shakespeare “So long lives this, so long live thee“. Ho scritto questo ebook anche per spiegare qualcosa in più su come sono fatta.

 
Dopo aver viaggiato tanto, se tua madre fosse qui dove ti piacerebbe portarla per una chiacchierata tra super – eroine?
Questa è una scelta difficile ma credo la porterei a Cuba.
Ho fatto vari viaggi sull’isola e ogni volta che tornavo lei aspettava proprio che le raccontassi tutto… molto più di altre zone del mondo.
Mi ricordo ancora che, dopo il primo viaggio sull’Isla Grande, mi ascoltava in silenzio come poche altre volte nella sua vita.
Se non la portassi a Cuba, il nostro viaggio sarebbe sicuramente verso il Senegal... paese che lei adorava.
L’Africa era proprio nel suo cuore e spesso, d’inverno, lei e mio padre passavano 2 o 3 mesi proprio in Senegal.
 
Ma in questa celebrazione di tua madre, tuo papà non sarà stato un po’ invidioso?

Sai che me lo sono chiesta anch’io? Non credo proprio sia geloso anche perché sa quando è importante per me.
Lui è uno che manifesta poco le sue emozioni e i suoi sentimenti ma quando gli ho raccontato di aver pubblicato questo ebook lo sentivo sorridere al telefono. E’ stato bello e per me ha voluto dire molto.
Magari scriverò la seconda puntata… in cui parlo del super-eroe maschio!

Sogni e progetti futuri?
 
Quanto tempo e/o spazio ho?!? 🙂 Sogni tanti, progetti ancora di più.
Mi piace mettere impegno nelle cose che faccio e do tutta me stessa. Vorrei tanto continuare a scrivere e riuscire a vivere delle mie parole.
Da poco sono diventata freelance e ogni giorno è sia una lotta che una piccola conquista. Se la Bruna fosse ancora viva sarebbe la prima a spronarmi in questo mio nuovo percorso. In questa mia nuova vita da scrittrice e lavoratrice freelance il mio unico rammarico è che lei non ci sia, che io non possa telefonarle per raccontarle di questo o di quel cliente, oppure del fatto che sono felice perché mi è stata pagata una fattura.
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Barbara

Summer craft

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Il sole è spuntato. Mai come quest’anno tanto desiderato. Per quanto ci farà compagnia, non è dato saperlo.

E se lui è d’umore variabile ed imprevedibile, io faccio incetta di ispirazioni per farlo risplendere tutto l’anno, raccontandovi un’idea in tre fasi.

Pronti a lasciarvi catturare? Questo è solo l’inizio. Il mio punto di vista creativo, chissà la vostra fantasia scatenata a cosa vi porterà. Io sono partita da questi “ingredienti”:

– giallo                          – bottiglia                 – riciclo

che mescolati e organizzati nelle varie fasi hanno dato vita ad un’idea semplice e carina di riutilizzo di una bottiglia di vetro.  Un irrinunciabile tocco vezzoso è dato dall’aggiunta dei nastri della guru del gift wrapping, l’inglese Jane Means.

Fase 1 – L’ispirazione

Pinterest si sa è una fonte pressochè inesauribile di idee. Basta iniziare, un’immagine, una parola chiave e il tempo volerà, anzi datevi un limite altrimenti passerete le ore! Così sono partita alla ricerca della carica che solo alcuni colori possono dare, poi…

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Fase 2 – Mi faccio un drink

… ho preso questa bottiglietta di cedrata e ho pensato di farci un drink! Ma come renderlo particolare e facilmente replicabile? Semplicemente ottenendo dei cubetti di ghiaccio, all’interno dei quali ho messo precedentemente dei fiori. Un netto contrasto di colori. Giallo e viola! …

 

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Fase 3 – Craft & d.i.y

e poi della bottiglietta cosa si potrebbe fare? Un’idea in quel navigare su Pinterest e non solo, mi ha portato qui.

Lavata, pulita e decorata è stata trasformata un essenziale portafiori. Semplice no?

p.s. per non far muovere il nastro decorativo, un piccolo consiglio…un punto di colla a caldo e il gioco è fatto!

IMG_1272 IMG_1288Ora a voi non resta che scatenare la vostra fantasia, perchè ogni stagione ha la sua creatività!

Share & enjoy.

Barbara